September 17, 2009 | In: Economy

Interesse bancario

Oggi mi sono trovato a discutere di interesse bancario con un ragazzo interessato al fenomeno del signoraggio e dell’interesse bancario. Una parte del suo discorso che ho contestato è stata:

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Discutendo con altre persone mi e’ stato detto che l’interesse e’ “necessario perche’ e’ la garanzia, chi presta i soldi corre il rischio che non gli tornino piu’”. Io penso non sia vero, la garanzia sono i beni che verranno forzatamente pignorati nel caso non si restituisse il denaro.

E’ comprensibile perche la si pensi in questo modo, ma questo non rende il tutto meno erroneo. Il mio post di risposta non è stato compreso ed ho quindi provveduto ad approfondirlo. Il risultato mi è piaciuto ed ho deciso di pubblicarlo sul blog. :D In grassetto la risposta originaria.

Ma io i soldi posso spenderli per acquistare anche cose non pignorabili, tipo dei servizi.

Magari invece di comprarci una casa con quei soldi ci paghi l’affitto per una casa (o un capannone, nel caso di aziende). Quando i soldi finiscono e ci sono ancora debiti verso chi quei soldi te li ha prestati, lui che fà? Pretende indietro il tempo che io ho passato in quella casa (o capannone)?

Inoltre i beni si deteriorano, mentre i debiti no, quindi se anche all’atto dell’acquisto quei beni coprivano il capitale prestato, all’atto del pignoramento essi possono non farlo più.

Ovvero, mettiamo che mi prestano diecimila euro con pagamento rateizzato posticipato di un anno (ovvero i soldi li inizierò a ridare indietro tra un anno) ed io ci compro dieci computer (o dei macchinari industriali, nel caso di aziende) e nell’arco di un anno li uso alla grande, ma non riesco a rimanere in attivo, quando non pago la banca dopo parecchio tempo, riuscirà a rivalersi sulle mie attrezzature, che però hanno perso valore durante il periodo di tempo tra l’acquisto ed il pignoramento (Ammortamento). Senza contare che la banca che se ne fà di macchinari industriali usati? Li deve rivendere, e probabilmente li venderà ad un prezzo anche più basso.
Un meccanismo simile è alla base del crack finanziario americano, quello dei titoli sub-prime. Se sai l’inglese ti consigio un video fatto molto bene.

Inoltre recuperare dei crediti è un attività complessa ed onerosa, talmente complessa che le banche vendono i propri crediti per avere liquidità, ovviamente a meno rispetto l’ammontare del debito.

Qui effettivamente c’è poco da spiegare. Le banche vogliono i soldi, non i beni, le motivazioni di questa preferenza sono tante e facilmente intuibili, se vuoi te le elenco ma non lo faccio ora che altrimenti mi metto a raccontare ovvietà inutilmente.


Poi c’è da considerare l’inflazione, se si dovesse prestatere senza interessi il creditore si vedrebbe il capitale eroso dall’inflazione.

Anche qui, poco da spiegare se sai cos’è l’inflazione. Se tu avessi prestato un milione di lire (€ 516,45) a qualcuno nel settembre del 1989 dicendogli di ridarteli dopo venti anni senza interessi, oggi ti verrebbero restituiti € 516,45 in valore nominale, ma il valore reale, ovvero quello che con quel milione di lire ci avresti potuto fare nel 1989, dei soldi che ti sarebbero stati ridati oggi sarebbe di soli €.282,34, con una perdita di €.234,11. Se poi il prestito fosse stato fatto nel 1979, il valore reale sarebbe di €.100,21 con una perdita di €.416,24. Questo perchè l’inflazione in quegli anni era molto alta.
Chiaro?

Poi c’è il tasso di preferenza intertemporale, ovvero il puro è semplice “meglio un uovo oggi che una gallina domani” insito in tutti noi, vista la nostra ignoranza sul futuro.
Vuoi dieci euro oggi o dieci euro domani? (in caso di assenza di deflazione, ma vabbè)

Qui ammetto di aver voluto sboroneggiare un pochettino con i paroloni…
In pratica il tasso di preferenza intertemporale indica la preferenza (in merioto alla sola variabile temporale) delle persone ad avere le cose sicuramente, adesso e con quanto meno problemi possibili. Perchè per l’uomo il futuro è un incognita, e per questo preferisce avere un atteggiamento quanto più possibile avverso al rischio (di solito…) nelle scelte monetarie. Se ti dò i soldi adesso tu sei sicuro, se ti prometto che te li darò domani tu devi aggiungere ai soldi che ti devo ridare la valutazione economica del rischio che io me ne vada via con i soldi (€ + 1), il rischio che io muoia (toccatina e € + 1), il rischio che tu muoia ( qui fai tu e € +1) ed altri rischi non previsti ( € +1).
A questo punto perchè tu possa dire “per me è indifferente” gli euro domani dovrebbero essere 14. Stò volutamente esagerando per farti capire, sostituisci “tra un anno” a “domani” e forse il discorso ti fila di più.

Poi, la banca offre un servizio, che è quello di aggregare tanti piccoli crediti dei risparmiatori (le famiglie) per darli a pochi grandi debitori (le aziende)

Ok, la banca fà anche questo, ovvero aggrega i risparmi dei risparmiatori per poterli dare a chi li vuole proficuamente investire.
Se non esistessero le banche una grande azienda che vuole aprire un nuovo stabilimento dovrebbe o aspettare di mettere tutti i soldi da parte da sola (ed esiste la possibilità non ce la farebbe mai) oppure prendere diecimila piccoli risparmiatori, convincerli della bontà del progetto, della stabilità dell’azienda e della sua onestà.
Un lavoro praticamente impossibile, contando che quei risparmiatori si vedrebbero tempestati di richieste del genere da ditte che vogliono investire, e che il risparmiatore non ha le conoscenze ne le informazioni per poter decidere saggiamente.
Se è razionale finirebbe per tenerseli per sè, senza interessi, e dare picche a tutte le richieste, sia quelle legittime che quelle non legittime. Chi non è razionale invece finirebbe per dare i suoi soldi a ditte che sarebbero sempre più spinte (per il meccanismo della selezione inversa) a dare delle fregature ai risparmiatori.
Le banche fanno da intermediari, garantendo da una parte la sicurezza ai risparmiatori a fronte di piccoli o nulli tassi di interesse, oppure tassi di interesse più elevati a fronte di più alti profili di rischio, e dall’altra permettendo alle imprese di ottenere del credito qualora siano esse in grado di dimostrare alla banca la bontà del loro progetto.
Banca che ha, o dovrebbe avere, i mezzi necessari per stabilire se l’azienda è seria o meno e se il progetto è buono o meno, a differenza del risparmiatore che di mestiere fà il muratore e le cui competenze sono quelle di costruire ottime case, non ottime imprese.
Più chiaro?

e questo servizio costa perchè deve dare ai risparmiatori delle garanzie sui loro soldi, garanzie fornite da immobilizzi di parte del capitale nelle casse della BCE, dai beni della banca, etc, e costa perchè deve anche remunerare il lavoro dei banchieri.

Questo si ricollega al discorso di prima, che avevo lasciato sottointeso più perchè è lungo da scrivere che perchè fosse intuitivo.
Anche la banca deve convincere il risparmiatore che non è una ladra e che non scapperà con i soldi, e per fare questo sottostà a dei regolamenti nazionali e comunitari che servono anche a garantire questo.
Ovviamente ci sono dei costi correlati a tutto ciò, costi che devono essere pagati in qualche modo, per l’interesse dei banchieri che sono pagati dalle banche, dei risparmiatori che hanno dato i loro soldi e delle imprese che usano le banche per poter resistere e svilupparsi sul mercato.

Se ci sono punti oscuri, strafalcioni, incompletezze o cazzate fatemelo notare.

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